giovedì 24 maggio 2018

Comelinchiostro - Di che cosa hai paura? recensione album


Giorgio Bravi, in arte Comelinchiostro, è un cantautore del Montefeltro. Ispirato da Gaber e Luporini, inizia a scrivere sin da piccolo fino ad appassionarsi al teatro di strada, diventando in seguito attore e regista. Già conosciuto per esser stato il frontman de La Bottega del Rumore Nobile, ha alle spalle un disco (Il Baule) ed oltre 700 live show. Giorgio racconta anche del perché di questo nome d'arte: sua nonna Caterina veniva chiamata da tutti China, Come l'inchiostro, e questo dettaglio vi farà correre un brivido lungo la schiena quando ascolterete la traccia numero quattro.



Il primo marzo è uscito il suo primo album da solista, Di Che Cosa Hai Paura, un progetto nel quale riesce a racchiudere il cantautorato italiano d'altri tempi, l'indie ed il pop elettronico più internazionale.


"Otto tracce prodotte insieme a Livio Boccioni, che conducono ad un viaggio dentro il cuore dell'essere umano, alla ricerca di sè e degli altri, senza alcuna certezza di tornare con delle risposte." Cit

L'album, aperto dal primo singolo Chissà, riesce nell'intento di materializzare tutte le emozioni presenti nell'aria. 
Siamo nati per complicare tutto, continua a raccontare in Facile, dove l'elettronica ne fà da padrona. Mentre si percepiscono (forti e chiare) le influenze di musica folk in Disegnerà, arricchita da interessanti metafore sul (appunto) disegno. 


Ho immaginato una tempesta arrivare furiosa dal mare, non potevo sapere sarebbe scoppiata dentro di me, recita all'inizio di Tempesta, una delle piu interessanti a mio avviso, dove riesce a creare un'atmosfera ben precisa. Ma il progetto continua con il pezzo più pop, La Zattera della Medusa, dove sentiamo un sound più "danzereccio" senza mai scadere nei testi, anzi unendo metafore sulla celebre figura mitologica di Medusa. Zenzero e Noci chiude l'album, e si tratta di una bellissima ballad su piano, al quale vengono aggiunti per gradi gli altri strumenti senza dimenticare la parte elettronica.

Una maturità che raramente si trova in un album di debutto. Un timbro così vecchia scuola che sembra quasi di ascoltare un prodotto di 30 anni fa. Rivedo Dente nel suo modo di cantare, nel suo modo di essere così moderno ed antico nello stesso momento. Un album davvero trascinante e poetico, un viaggio di emozioni che spero diventi l'inizio di una lunghissima carriera.

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