mercoledì 16 maggio 2018

Levante - Nel Caos di Stanze Stupefacenti recensione

Vorrei parlarvi di una ragazza, una donna, che ho conosciuto (artisticamente parlando) da poco: Levante. Ha debuttato nel 2013 con il singolo Alfonso, nel 2014 uscì il suo album di debutto Manuale Distruzione che la proclamò una delle stelle nascenti della musica italiana. Un timbro riconoscibile tra cento, una potenza vocale invidiabile, una belva sul palco ed una scrittura più unica che rara.




Al primo impatto ho adorato alla follia l'ultimo progetto della cantante, talmente tanto da spingermi ad ascoltare anche gli altri album, da andare al concerto a Lugano (che ha successivamente annullato, MANNAGGIAATE) e da innamorarmi perdutamente di Claudia; ho persino guardato X-Factor!
Eppure la bellezza degli altri dischi, quel voler essere distante dalle altre cantanti femminile del mondo musicale italiano, ha fatto perdere qualche punticino al Caos.


Il preludio (per l'appunto, Caos) è come un ponte, un collegamento tra la vecchia e la nuova Claudia, una piccola carezza che sembra voler dire: "Tranquilli, sono sempre io". Poi però succede 1996 La stagione del rumore, dove uno pseudo rap regna nelle strofe, con giochi di parole e rime fin troppo semplici per una che ha scritto un bel romanzo come Se non ti vedo non esisti. La voce scompare tra i cori del ritornello, ma fortunatamente la ritroviamo nei brani successivi: Io ti maledico, Io ero io e il lead single Non me ne frega niente. La sua dolce chitarra acustica sembra scomparire però, (cosa già successa in parte in Abbi cura di te) ed al suo posto troviamo un tripudio di tamburi, forti, arroganti e talvolta eccessivi, ma bisogna ammettere che la scrittura torna ad essere molto più personale.



L'apice dell'album è raggiunto dal terzo singolo, track 6 del progetto, Gesù Cristo sono io, in cui riesce a parlare della violenza sulle donne con unicità, allontanandosi un po' dalla musica mainstream, utilizzando anche parole (Genuflessa) poco radiofoniche: E GRAZIE A DIO NIENTE MARI, MONTI, LUNE E STELLE! Un applauso ad una donna capace di parlare e difendere le altre donne, cosa che ormai nella musica succede davvero poco.

Continuano a suonare insistenti i tamburi: Diamante, qui ci mostra grandi capacità vocali e infatti ho apprezzato molto l'interpretazione dal vivo del brano. Santa Rosalia (protettrice di Palermo), brano che parla dell'omosessualità e del dover essere ciò che si è, utilizzando un gioco di parole da filastrocca per bambini, comunque non banale:

Rosa o blu 
Rosa o blu 
Dai un bacio a chi vuoi tu



Pezzo di me, impossibile non nominarlo, il singolo che l'ha portata ad essere una delle regine delle radio la scorsa estate. Anche se questo l'ha allontanata ancora di più dal suo modo di essere, di creare musica.
Eviterei di parlare delle ultime due tracce, Sentivo le ali e Di tua bontà, in quanto non  le ritengo all'altezza del personaggio che le canta (l'ultima l'ha scritta nel traffico pensando ad un panino).

E così si conclude questo piccolo viaggio tra le Stanze Stupefacenti. Album orecchiabilissimo, catchy, in una sola parola: POP! Che però mi auguro rimanga solo una piccola parentesi nella carriera di Levante, in quanto non all'altezza dei suoi predecessori.

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