lunedì 30 novembre 2015

Sky Ferreira - Night Time My Time, recensione CD

Il 2013 è ricordato dai più come l'anno di Lorde e Macklemore & Ryan Lewis, debuttanti che sono riusciti ad avere un enorme successo nel mainstream ed ad ottenere grandi riconoscimenti (basti pensare ai Grammy vinti dal rapper). Ma c'è anche chi, con una minore esposizione e successo, nello stesso anno ha creato uno degli album più interessanti del decennio: Sky Ferreira.


Questa giovane cantautrice già da tempo gira nel music-biz, e nella speranza di affermarsi ha rilasciato vari EP, senza mai farsi notare. Ma con l'EP Ghost qualcosa è cambiato: il singolo Everything Is Embarassing diventa la sua più grande "hit", da molti è stata definita una delle più belle canzoni dell'anno, ed in questo modo Sky ha potuto a breve pubblicare il suo debut album: l'attesissimo Night Time My Time.





Già con l'art work questa cantante ha deciso di mostrarci un immagine più forte e più matura, forse anche un po' per le basse potenzialità commerciali del progetto: ormai si sa, ora come ora per vendere bisogna avere un'immagine ben costruita perché fare solo buona musica non basta. Ma comunque per quanto non sia un CD scala chart, qualche brano con del potenziale c'era.

Il lead-single You're Not The One, potente up-tempo (come quasi tutte le canzoni del progetto) rock, aveva le qualità per imporsi nella classifiche mondiali, e non è mancata nemmeno la promozione, eppure non é nemmeno riuscita ad entrare nella Billboard Hot 100. Ma le possibili hit non sono finite, basti pensare a (uno dei miei brani preferiti del progetto) Boys che venne utilizzato come buzz-single senza nessun riscontro, dove la Ferreira con un testo forte e deciso ed una frase ricorrente che non esce facilmente dalla testa (you put my faith, back in boys) mischia electro-dance ad un rock molto crudo, il risultato? Beh immaginate un bel duetto tra Kylie Minogue e P!nk. Insomma una delle perle che la Capitol non ha saputo sfruttare.


Il punto forte di questo splendido album sono sicuramente i testi, mai banali e ripetitivi, forti, decisi e d'impatto, unica pecca è (a mio parere) la varietà di argomenti che sembra quasi voler dire: "Questo sarà il mio primo ed ultimo album".
Uno dei miei lyrics preferiti è quello di Nobody Asked Me (If I Was Okay), produzione Indie-Rock/Rock Progressive, dove, se nelle strofe Sky ci parla di una storia finita, nel chours arriva a parlare dell'egoismo e dell'ipocrisia che la gente ha sempre avuto nei suoi confronti:


...Nobody asked me What I wanted  (...) I tried to ask you but nobody asked me (...) If I was okay Nobody asked me...



Il resto dell'album, come nella precedente canzone, le produzioni variano per lo più tra l'Indie-Rock, il rock progressive, e il synth pop, spesso mischiando tutti questi generi quasi creando un qualcosa di spesso un po' eccessivo (come nel caso di Kristine e I Will, sicuramente tra le meno riuscite del LP) ma a volte anche dei pezzi più ipnotici ed ammalianti come in Ain't Your Right e Omanko. 

La prima (seconda nell'album) è una produzione di Ariel Rechtshaid  (produttore e co-writer dell'intero CD) tra il rock, l'heavy metal e l'elettronica, che per certe orecchie potrà sembrare eccessiva, eppure funziona... Ca**o se funziona!




La seconda invece è un'ipnotica traccia rock, dove una chitarra elettrica crea un'atmosfera quasi psichedelica, che unita al particolarissimo testo, la rende una delle produzioni più innovative e riuscite del progetto.


...Reading Japanese comics And fucking Japanese omanko. The Japanese Jesus come on. (...) I'm gearing up for A Japanese Christmas...



Il progetto perde un po' di credibilità con brani come 24 Hours (non puoi iniziare con una sveglia una canzone che si intitola "24 ore" senza sembrare il classico teen-artist da quattro soldi) e il singolo I Blame Myself  dove ritroviamo una Sky degli esordi (One, Sex Rules ecc...), un mix tra synth pop e new wave, in cui credo non riesca a dare il suo meglio. Eppure con Love In The Stereo, che segue la scia delle precedenti produzioni, riesce a riacquistare qualche punto.

Prima di tirare le somme vorrei parlare del picco massimo del progetto: la title track Night Time My Time. Seppur il brano non abbia mai avuto una men che minima chance di comparire in una qualsiasi chart, si tratta della production più innovativa e coinvolgente dell'album: se nelle strofe la voce della cantante si mostra ancor più bassa sensuale del solito, nel ritornello appare dolce e vulnerabile, per poi scomparire nel trambusto di suoni (organi, sintetizzatori, piano, chitarra e chi più ne ha più ne metta) sul finale del pezzo. L'unico brano che meritava veramente di dare il titolo all'album, la traccia dove la Ferreira si denuda di tutto, trasmettendoci i valori in cui crede (che sia il femminismo piuttosto che il libero abuso di sostanze) e racconta se stessa.




Non si tratterà di una delle voci più belle e potenti del music Biz, ma Sky Ferreira ha dimostrato che per essere una vera artista bisogna avere molto di più. Un album che lascia senza fiato per i suoi testi, il suo essere così diverso da tutto ciò che il mondo musicale di oggi vuole, e diciamolo... I difetti non mancano eppure Night Time My Time ha conquistato tutti (definito uno dei migliori di quell'anno da Rolling Stone e uno dei migliori del decennio secondo Pitchfork) e merita più del successo ottenuto.

Voto : 8,5 / 10 

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