domenica 31 gennaio 2016

Rihanna - Anti, recensione album

Il 28 gennaio è un giorno che i Navy non si dimenticheranno mai: l'uscita del tanto acclamato Anti. L'ottavo album di Rihanna, quello da cui più di un anno fa' venne rilasciato (quello che si pensava fosse) il primo singolo FourFiveSeconds e che alla fine non è nemmeno stato inserito nel progetto, insieme a Bitch Better Have My Money e American Oxygen. 

Eppure ne è valsa la pena, un progetto che può considerarsi davvero diverso per la cantante di Umbrella, più particolare e ricercato che sostituisce il classico pop commerciale ad un sound più maturo.
Sicuramente non alternativo come in molti si aspettavano, o così senza tempo come dichiarato tempo fa da lei stessa, ma un gran bel progetto che merita tutto il successo che sta ottenendo.
Buona lettura.




Consideration (ft. SZA): e la Fenty vuole subito dirci chi comanda! Nel brano ci fa le sue (appunto) considerazioni: ci parla di una persona che non la vuole far crescere, maturare e che non le lascia la libertà di scegliere, di creare la musica che vuole. La base Urban viene arricchita da musica caraibica ed elettronica, tutto questo in poco più di 2 minuti. Non male anche se trovo abbastanza inutile la presenza di SZA.

Let me cover your shit in glitter, I can make it gold. 

James Joint: l'atmosfera si tranquillizza un po', infatti troviamo solo un sintetizzatore a fare da sottofondo alla voce dell'interprete, un sound alla Stevie Wonder, ma con un'atmosfera più caraibica. Tanto per non farci mancare la badgirl del brano precedente, Riri ci parla della sua tanto amata marijuana. Purtroppo però inserire un interlude a questo punto dell'album non è stata una mossa saggia.
Kiss It Better: una chitarra elettrica apre quello che sarebbe dovuto essere il primo singolo ufficiale di questa era, e ci riporta negli anni '80. Kiss It Better è un brano che potrebbe davvero mettere a ferro e fuoco le chart mondiali. Il testo è forse un po' troppo semplice e ripetitivo, ma è anche un ottimo modo per renderla più immediata all'ascoltatore.
Work (ft. Drake): un salto tra le vecchie hit della Barbadiana. Il lead-single è un pezzo dance hall con influenze Hip-Hop,  Drake grazie alle sue rime riesce ad aggiungere qualcosa al brano, che di per se è stata la scelta più errata per lanciare l'LP.
Desperado: l'atmosfera si incupisce e ci ricorda Rated R. Una potentissima traccia Hip-Hop con influenze elettroniche, l'utilizzo della batteria personalmente mi ricorda un pasodoble, il che rende la traccia ancora più forte. Promossa  a pieni voti.
Woo: anche qui troviamo una chitarra elettrica a creare la base della traccia, che viene unità anche qui dalla musica elettronica ed Hip-Hop. Riri torna a parlarci di un amore finito male, la storia con Chris Brown per intenderci, alla voce vengono aggiunte grosse modifiche che la rendono quasi irriconoscibile. L'idea c'è, peccato che dopo 2 minuti diventi un pochino pesante.
Needed Me: le atmosfere sono simili a quelle del brano precedente. Un mix di Hip-Hop ed elettronica, abbastanza alternative che mi fa pensare immediatamente a Miguel o ad un The Weeknd. Sicuramente potrebbe fare benissimo nella chart Americana.
Yeah, I Said It: in poco più di 2 minuti viene creata una slow jam di tutti rispetto, dove Rih usa la voce in modo molto sensuale, ma che forse passa un po' inosservata all'interno di Anti.
Same Ol' Mistakes: cover di Tame Impala, da un sound assolutamente innovativo e affascinante. Meravigliosa l'interpretazione della cantante, che non toglie assolutamente nulla alla versione originale... ma nemmeno aggiunge!
Never Ending: tanti l'hanno definita una delle migliori tracce dell'album: io non la penso così! Si una bellissima ballad su chitarra che quei "oooh" nel ritornello che la rendono anche parecchio orecchiabile, ma nulla di originale, da Rihanna ci si aspetta ben altro!
Love On The Brain: e finalmente eccoci arrivati davanti ad una canzone davvero senza tempo! Pezzo woo-dop che ci porta negli anni '50. Nei bridge l'artista ci mostra un nuovo lato della sua voce, un falsetto "rotto" irresistibile, mentre nel chours tira fuori tutta la sua voce, ricordandomi la grande Amy. Meravigliosa... altro che Hello!

Must be love on the brain, Thats got me feeling this way. It beats me black and blue but He fuck me so good...

Higher: una delle più attese dai fan della cantante... e diciamola tutta, è valsa la pena aspettare. Higher è una vera e propria dichiarazione d'amore, dove Rih, dopo una bottiglia di Wiskey e qualche sigaretta di troppo, urla a squarcia gola denudandosi dei suoi sentimenti. Se durasse 4 minuti anziché 2...
Close To You: ed eccoci arrivati all'ultima traccia, la seconda vera e propria ballad, ma questa volta su piano. Impossibile non paragonarla a Stay, e purtroppo non regge il paragone. Ma comunque da una nuova prova di maturità da parte della cantante.

Voto 8,5/10

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